ROMA. Diversi sono gli incidenti stradali che ultimamente si stanno verificando in tutta Italia.
Basti pensare solo alla giornata di sabato 9 marzo, che ha visto morire due persone: un 25enne di Teramo ed una 52enne dell’Aquila. Ma non solo, anche domenica 10 marzo, un 51enne di Cavallerleone ha perso la vita dopo un incidente che ha visto la macchina uscire fuori strada per cause in corso di accertamento. Inoltre, l’11 marzo, un 27enne sassarese è scomparso dopo essere rimasto coinvolto in una spaventosa e tragica carambola che non gli ha dato scampo. L’auto su cui viaggiava il giovane, per motivi per tutti da accertare, ha sbandato improvvisamente finendo per schiantarsi contro un’altra vettura che giungeva nel senso opposto di marcia.
A tenere lo sguardo vigile su questo tragico scenario stradale, è il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime Stradali (A. I. F. V. S), Alberto Pallotti che continua a lottare affinché la “mattanza” stradale abbia fine.
“La strage stradale – afferma Pallotti – è la prima causa di morte di giovani al di sotto dei 40 anni nei paesi industrializzati. A questo, però, non viene data alcuna importanza. Abbiamo più di 4.000 morti l’anno, circa 300.000 feriti e 20.000 disabili resi tali da questi episodi. È una cosa inaccettabile. Dobbiamo trovare una soluzione per arginare questi numeri monitorati dall’osservatorio specifico. L’intervento deve essere a coscienza di tutti. Manca un organo centrale per la lotta alla strage stradale. Dobbiamo crearlo e far convergere in esso tutte le associazioni di categoria e sistemi di sicurezza stradale statale. Gli incidenti non sono responsabilità dei singoli ma dei più. Il nostro appello è diretto anche alle istituzioni, affinché varino leggi che concretamente contrastino il problema. Più controlli, meno morti”.