Il 20 gennaio 2017, sull’autostrada passando per Verona, abbiamo ricevuto la prima condanna all’ergastolo della nostra vita. Una tragedia della strada ha portato via i nostri cari. Non c’era spazio per domande, suppliche, leggi, appelli, era solo un fatto logorante per le nostre anime….non sono più con noi, non possiamo più vederli, sentirli, non abbiamo  alcuna possibilità di riaverli anche solo per un solo istante. La sentenza viene pronunciata immediatamente!!!

(Comunicato Stampa 13/11/2021 delle vittime del pullman di Verona, giro la rabbia dei familiari delle vittime)                                                                                                 Quante altre sentenze torturanti e umilianti dobbiamo sopportare?

Il 20 gennaio 2017, sull’autostrada passando per Verona, abbiamo ricevuto la prima condanna all’ergastolo della nostra vita. Una tragedia della strada ha portato via i nostri cari. Non c’era spazio per domande, suppliche, leggi, appelli, era solo un fatto logorante per le nostre anime….non sono più con noi, non possiamo più vederli, sentirli, non abbiamo  alcuna possibilità di riaverli anche solo per un solo istante. La sentenza viene pronunciata immediatamente!!!

Per quasi cinque anni, tutti gli interessati hanno trascinato questa terribile sentenza. Sperando che ci possano essere sentenze che possano mitigare questo, che possano proclamare la giustizia, che possano dare un “senso” alle perdite senza spiegazione. Questo è il verdetto che ci aspettavamo dalla giustizia italiana. L’Italia e il popolo italiano, sono stati molto sensibili e amorevoli riguardo la nostra terribile tragedia. Speravamo che i responsabili dell’incidente sarebbero stati giudicati in un paese che si basa su uno dei sistemi giuridici più antichi, che è sufficientemente incentrato sulle persone e che si preoccupa di rappresentare e rispettare i diritti delle vittime. La sentenza del giudice Gorra del Tribunale di Verona ha alimentato questa speranza, ci ha dato fiducia che la giustizia può essere fatta, che il livello appropriato di pena può essere imposto ai responsabili di questo indicibile disastro.

Tuttavia, l’appello e il processo e il comportamento e le azioni del giudice Liguori ci hanno tolto anche questa speranza. Ancora una volta, la sentenza più severa è caduta su di noi. Dal primo minuto, il comportamento del giudice Liguori è stato incomprensibile. Piccoli incontri separati con entrambe le parti. Negoziati davanti a noi, pressione per raggiungere un accordo piuttosto che un verdetto. Poi si scopre che il procuratore fa un’offerta alla difesa e la difesa chiede tempo per negoziare. E noi parenti guardiamo sconcertati e siamo costretti a vedere che si sta svolgendo una contrattazione di mercato a scapito della giustizia delle nostre vittime, dove non si capisce più lo standard con cui si misurano i nostri morti?

È trapelato che il giudice non è convinto che l’autobus fosse guidato dall’imputato!!! Quindi potrebbe anche assolvere, ignorando il verdetto di primo grado. Dolore, incomprensione e rabbia immensa esplodono da tutti i parenti presenti. Perché ci fanno questo, persone condannate a una vita di dolore? La notizia arriva, la difesa accetta la vergognosa condanna a sei anni di prigione.

Il giudice Liguori può stare tranquillo, l’accusato ha ammesso la sua colpa, qualunque cosa veda provata. In precedenza aveva detto che considerava la sentenza eccessiva. Consideriamo eccessiva una tragedia con 17 vittime e le numerose persone le cui vite sono state cambiate per sempre da questa tragedia.

Abbiamo dovuto constatare in anni di processi che le vittime non hanno diritti, mentre gli imputati hanno quasi solo diritti, che dobbiamo rispettare, e osservare come le sentenze diventano ridicole. Il tribunale, per risparmiare tempo e denaro – quindi solo per ragioni economiche – è disposto ad abbassare una significativa parte degli anni previsti dalla legge nelle sentenze agli imputati, devono solo comportarsi in modo che possa andare bene al tribunale. 6 + 3 anni, cioè un totale di 9 anni, delle pene possibili, sono stati ridotti perché l’imputato e i suoi avvocati hanno privilegiato la corte con la loro scelta di procedura. Come si chiama questo? Una vergognosa presa in giro di tutte le vittime e un “onore” agli autori dei crimini!!! Se il giudice Gorra non avesse pronunciato una sentenza così severa come quella che ha dato, forse il colpevole avrebbe finito per ricevere 2-3 anni solo per la bontà della corte. Aggiungerei che non dovrà passare molto più tempo in prigione per 17 vite!!!  E i parenti devono sopportare questo e l’autista dell’autobus che cerca di scaricare la colpa sul suo amico morto come difesa, ma alla fine fa un accordo. Chi fa un accordo è colpevole, quindi ha mentito quando ha cercato di dimostrare che non stava guidando lui l’autobus.

La nostra indignazione è superata solo dal dolore di dover essere delusi dal sistema giudiziario italiano, dall’empatia italiana che abbiamo tanto ammirato e rispettato, che abbiamo vissuto fino alla sentenza. Finché i giudici giudicheranno in questo modo, nessuno può avere alcuna speranza di giustizia.

Cinque anni dopo la tragedia, la morte e il dolore RIECHEGGIANO dal pilastro dell’autostrada, incombendo ancora negli occhi di tutti coloro che ci passano davanti, perché fino ad oggi nessuno ha pensato di rimuovere le tracce del dolore, del fuoco, degli orrori vissuti, delle gridava delle anime perse lì!

Endre Szendrei

lo Zio di una vittima

A.U.F.V. e A.I.F.V.S. ODV

Con Delega responsabile alla stampa e Vice Presidente e responsabile di

sede di Aversa e dell’agro aversano. Biagio Ciaramella

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