ROMA. “Quanto avvenuto in occasione dell’ultima udienza del processo per la morte di Gaia e Camilla dimostra che l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus è punto di riferimento indiscusso delle famiglie devastate dal dolore. Ovunque siamo presenti, come parte civile o anche solo a supporto delle famiglie, teniamo alta l’attenzione generale con la nostra sezione stampa. La giustizia è per noi un valore da tutelare con le unghie e con i denti”. A parlare è il presidente dell’A.I.F.V.S. Onlus, Alberto Pallotti, a margine del rinvio della sentenza da parte del GUP Gaspare Sturzo, in relazione al processo che vede imputato Pietro Genovese. Il 21enne stava viaggiando a 90km/h quando investì ed uccise sul colpo Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, nella notte del 22 dicembre del 2019, sul lungo corso Francia, a Roma.
Un colpo di scena negli sviluppi processuali raccontato da Walter Rapattoni, avvocato convenzionato dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus: “Il giudice si era ritirato in Camera di Consiglio per emettere la sentenza, mezz’ora dopo è tornato in aula annunciando l’ordinanza che sancisce il rinvio della stessa. Il 4 novembre verranno ascoltati i consulenti tecnici mentre il 14 sarà il turno dei testimoni oculari e, verosimilmente, del verdetto. Siamo soddisfatti perché, dato che parliamo di un processo molto importante, è giusto che il giudice si sia preso altre due udienze per vederci chiaro. Complimenti alla Procura per il lavoro svolto ed al Magistrato che vuole svolgere il suo lavoro in tutta serenità”.
“Siamo profondamente convinti che sia troppo facile dare sempre e solo la colpa a chi non può difendersi – afferma Pallotti -. È per questo che siamo sempre vicini alle vittime e riponiamo massima fiducia nelle istituzioni. Ringraziamo il GUP Sturzo, che intende approfondire tutti gli aspetti focali del processo, spazzando via ogni dubbio. Ogni pena che dovrà scontare Pietro Genovese, non ci ridarà Gaia e Camilla, ma vogliamo sia espressione di giustizia nei Tribunali. Sarebbe un messaggio chiaro: lo Stato c’è e protegge ogni cittadino”.