«Quello che sta accadendo in questi giorni in Italia è inaccettabile». Così il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Alberto Pallotti, interviene sulle ultime stragi registrate a Senigallia (Ancona), dove due donne sono state investite e uccise da un autotrasportatore risultato positivo all’alcoltest, e in Alto Adige, dove sette persone sono state falciate da un automobilista ubriaco.
«La strage stradale uccide molto di più di ogni guerra al mondo, ma non ottiene mai i titoloni dei giornali oppure un movimento di solidarietà nazionale come accade per altre tragedie», dice Pallotti, «gli incredibili casi degli ultimi giorni, con persone ubriache, criminali alla guida che uccidono persone innocenti, lasciano un senso di impotenza. Noi ci sforziamo di combattere in ogni modo la strage stradale, ma sembra un compito improbo. Il parlamento deve inserire le vittime della strada negli organi di vigilanza sulle assicurazioni, sul Consap, che gestisce il fondo garanzia vittime della strada. Bisogna creare un tavolo per confrontarci e adottare misure idonee a fermare questo scempio. Non possiamo più permettere che fatti del genere continuino ad accadere».
Quanto al terribile incidente avvenuto in Alto Adige, Pallotti dice: «Cercheremo un contatto con il governo tedesco per cercare di supportare le vittime di questa assurda tragedia provocata dall’ennesimo ubriaco alla guida. Siamo costituiti parte civile in vari processi sul territorio italiano e stiamo vedendo i grandi risultati della nostra azione: processi più equi e una migliore sensazione di giustizia e rispetto per le vittime. Quando accade un incidente in un paese straniero, il dramma è doppio: le differenze culturali, legislative e la lingua creano malintesi, false aspettative, tutta una serie di conseguenze che sfuggono ai non addetti ai lavori. Noi ci siamo per questo: per aiutare le persone a capire come sopravvivere a queste tragedie. Perché non è affatto facile».
Sugli ultimi incidenti, interviene anche Pietro Crisafulli, responsabile della sede di Catania dell’AIFVS, che domani mattina sarà ospite del programma Rai Buongiorno Regione: «È straziante assistere impotenti a quanto sta accadendo sulle strade italiane. Anche a Catania e in tutte le province della nostra regione si registrano sempre più casi che coinvolgono soprattutto i giovani. È come se fossimo in guerra, solo che al posto delle armi ci sono le auto. Bisogna fare qualcosa al più presto, avviare collaborazioni con le istituzioni che, concretamente, possano tramutarsi in progetti incentrati sulla prevenzione e sul rispetto del codice della strada, partendo soprattutto dalle scuole. L’ergastolo del dolore che ogni familiare di una vittima è costretto a vivere deve fungere da monito a chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o dopo aver bevuto. Basta morti sulle nostre strade».