Morte Nicola Duka, l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ammessa tra le parti civili. La presidente Ronzullo: «Staremo vicini alla mamma di Nikola fino a che non sarà fatta giustizia». Il vicepresidente Ciaramella: «Molti i dubbi sull’omicidio stradale di Nikola Duka»

Morte Nicola Duka, l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ammessa tra le parti civili.
La presidente Ronzullo: «Staremo vicini alla mamma di Nikola fino a che non sarà fatta giustizia».
Il vicepresidente Ciaramella: «Molti i dubbi sull’omicidio stradale di Nikola Duka»
COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA ODV E DELL’ASSOCIAZIONE MAMME CORAGGIO E VITTIME DELLA STRADA ODV https://www.facebook.com/giustiziaperluigi/photos/a.1451548245151382/2834622883510571/ «Abbiamo raggiunto un risultato storico grazie al lavoro dell’avvocato Walter Rapattoni e delle associazioni che rappresentiamo. Siamo soddisfatti perché, dopo l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, anche l’Associazione Mamme Coraggio è stata ammessa tra le parti civili al processo per la morte di Nicola Duka». Così Alberto Pallotti, presidente dell’AIFVS, ed Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, che aggiunge: «Esprimo vicinanza alla rappresentante di sede regionale Rezana, mamma di Nikola, morto in un incidente stradale, che sta facendo un grande lavoro per sensibilizzare le persone sul problema della sicurezza stradale. L’associazione Mamme Coraggio opera in tutto il territorio nazionale e sarà vicina a questa mamma finché non sarà fatta giustizia. Per me è stato molto difficile assistere alle fasi di questo processo. In particolare, sono rimasta molto delusa per la richiesta di patteggiamento accettata dallo stesso pm che prima l’aveva rifiutata. Ci rimettiamo nelle mani dei giudici e aspettiamo l’udienza del 14 luglio prossimo, sperando che la giustizia possa trionfare».
Soddisfatto anche l’avvocato Walter Rapattoni, legale convenzionato delle Associazioni, che ha dichiarato: «Dopo l’ammissione dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada e dopo aver seguito tutto il procedimento, siamo riusciti anche a ottenere l’ammissione dell’Associazione Mamme Coraggio al processo per l’omicidio stradale di Nikola Duka. È stato riconosciuto il lavoro della presidente Elena Ronzullo e della referente regionale Rezana Duka, mamma di Nikola. Rezana si è battuta per un’ampia campagna di informazione sulla sicurezza stradale. Esprimo vicinanza a questa mamma che continuerà a lottare per garantire la sicurezza stradale a tutti. Allo stesso modo faremo noi in tutte le sedi. Rimane, tuttavia, l’amarezza per il parere favorevole sul patteggiamento espresso oggi, mentre solo un anno prima il pubblico ministero aveva dato parere negativo. Non ne comprendiamo i motivi».
Presente al processo anche Biagio Ciaramella, vice presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada e papà di Luigi, morto giovanissimo a causa di un incidente stradale. «Non comprendiamo i motivi che hanno spinto lo stesso magistrato che l’anno scorso non aveva accettato il patteggiamento ad accettarlo, invece, oggi. Ci siamo recati sul posto dell’incidente, fuori dalla galleria c’è scritto che il limite è di 40 Km orari. Sui rilievi fatti dai carabinieri, invece, si riportava il limite di 90 Km orari. Quindi, stando ai carabinieri dentro la galleria c’era il limite di 90 km orari. Ci chiediamo perché, visto il grave pericolo. C’è stato un errore tecnico? Stiamo cercando di capire se davvero c’era questo limite all’epoca dell’incidente o se il limite è stato abbassato in seguito. Per questo stiamo chiedendo i documenti all’Anas, sui quali lavoreremo. Ci appelliamo, ora, ai giudici di tutta Italia, perché fin quando ci saranno patteggiamenti o riti abbreviati tutti questi omicidi stradali saranno messi sempre in secondo piano. Infatti, chi non rispetta il codice della strada commetterà altri reati. In questo fine settimana ci sono stati più di 35 morti sulle strade. È davvero opportuno accettare tanti patteggiamenti e riti abbreviati che non garantiranno mai giustizia alle famiglie delle vittime?».
Gli incidenti stradali condannano i familiari delle vittime all’ergastolo del dolore, difficilmente otterranno giustizia, nonostante le battaglie legali e le campagne di sensibilizzazioni. Rezana, la mamma di Nikola Duka, che ha perso la vita in un incidente stradale, racconta: «Chi ha investito mio figlio era un vicino di casa, ubriaco con un tasso alcolico pari a 1.72, guidava contromano e ha preso mio figlio in pieno. Come si può essere così incoscienti da guidare ubriachi? Da quel giorno non ho pace, ho iniziato a lavorare e a fare in modo che non succeda più a nessuno». Rezana ha iniziato una campagna di sensibilizzare per invitare tutti a guidare con prudenza. Aggiunge: «Un anno fa il pubblico ministero ha detto no al patteggiamento, dandoci un filo di speranza e mostrando rispetto per la vita umana. Il 16 giugno scorso, lo stesso pubblico ministero ha, invece, dato parere favorevole al patteggiamento e questo ha ucciso per la seconda volta mio figlio. L’ultima parola spetta ora al giudice, io credo ancora nella giustizia, ma penso sempre a mio figlio Nikola ucciso a 21 anni che non può più divertirsi, sposarsi, non può più tornare dai suoi fratelli e da me, che ogni giorno mi trascino per andare avanti con gli occhi pieni di lacrime. Tanto è il dolore – conclude Rezana – che ho nel cuore, soffro nel vedere la sofferenza degli altri miei due figli. La mia famiglia, che ho tirato su con tanti sacrifici, da sola, ma con tanto amore, si è spezzata. Mi manca un pezzo di cuore, mi manca mio figlio».

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