AREZZO. “Gli utenti della strada devono disporre di vie di fuga costantemente utilizzabili in caso di pericolo. La nostra associazione, che è attiva costantemente per il controllo delle strade del nostro paese, ha constatato, più volte, che nelle aree di sosta d’emergenza i conducenti si fermano per dormire. È inaccettabile”. Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, lancia l’ennesimo allarme legato all’utilizzo delle aree di sosta sulle autostrade italiane.
Affermazioni che, difatti, seguono l’incidente avvenuto intorno alle 14:00 di venerdì 5 giugno sull’A1, all’altezza di Badia al Pino, nel comune di Civitella in Valdichiana (Arezzo). A schiantarsi contro il camion fermo in piazzola d’emergenza è stato un minivan, che ha poi è impattato contro un’auto la quale, a sua volta, ne ha urtata un’altra ancora. Nell’incidente a catena sono morte due bambine di 8 mesi e 10 anni insieme ai nonni 50enni. L’uomo alla guida del minivan è di origini sinti e proveniva dalla Romania: si suppone abbia accusato un colpo di sonno fatale proprio per le sue figlie. Altre sette persone, tra cui la mamma delle piccole, hanno riportato ferite.
“Non sta a noi definire come siano andate le cose, bensì alla magistratura – dice il leader A.I.F.V.S. Onlus, Alberto Pallotti -. Qualora, tuttavia, l’autista avesse sostato nell’area specifica più del tempo dovuto, causando la morte di quattro persone, chiediamo e vogliamo venga indagato. I camion che sostano nelle aree di emergenza, come d’altronde le macchine, rappresentano un ostacolo alla naturale via di fuga in caso di fuoriuscita di un veicolo. È come se ci fosse un muro di fianco alle corsie di marcia dove è possibile sostenere una velocità massima di 130km/h. Mi chiedo quali verifiche e quali controlli vengano effettuati dalla Polizia Stradale. È troppo facile dare sempre la colpa all’utente della strada. Siamo pronti a costituirci parte civile contro Autostrade per combattere un atteggiamento scorretto dai risvolti fatali”.